Alexandria Ocasio-Cortez deve al Partito Democratico 250.000$, soldi che avrebbe dovuto versare come tassa interna per finanziare l’elezione di nuovi deputati progressisti. Il criterio del balzello non è poi tanto dissimile dai versamenti che vengono imposti agli eletti italiani dalla maggior parte dei partiti: una piccola percentuale delle indennità viene dirottata sulle casse dell’organizzazione come forma di auto-finanziamento.
Non sorprendentemente, l’ammutinamento della progressista di New York non ha fatto entusiasmare i suoi colleghi di partito. “La Cortez dovrebbe pagare i suoi debiti”, avrebbe detto un deputato dem ai reporter di Fox News. “Si lamenta sempre di come ognuno debba pagare la sua parte, eppure lei ha scelto di scaricare il conto sugli amici”.
Il motivo è che quei soldi verrebbero usati per finanziarie le campagne elettorali di persone che non le piacciono. AOC contesta anche al Partito Democratico il fatto di aver messo in una sorta di “lista nera” diversi movimenti e think tank progressisti accusati di aiutare gli “outsider” più di sinistra a scalzare i deputati dem moderati dal loro scranno del Congresso.
Con Bernie Sandres e AOC a fare la voce del leone, emergono con sempre maggiore forza le contraddizioni interne al Partito Democratico, che poi sono le stesse che accomunano ogni progetto di sinistra in occidente, per quanto accentuate da un sistema bipartitico che non ha praticamente eguali nel mondo. “In qualsiasi altro Paese io e Biden non saremmo nello stesso partito”, ha spiegato la congresswoman 35enne.
Se da una parte Alexandria Ocasio-Cortez non paga una lira ai suoi compagni di partito, dall’altra si è dimostrata molto intraprendente e capace nell’organizzare campagne di finanziamento di successo a beneficio dei candidati più vicini alle sue idee di estrema sinistra (quantomeno per gli standard americani, ça va sans dire). Trai beneficiari delle sue campagne di fundraising anche Rashida Tlaib e Ilhan Omar, rispettivamente con 10mila e quasi 30mila dollari.
AOC in altre parole, si rifiuta di pagare il balzello ai Dem perché vuole che i suoi soldi vengano spesi a sostegno di progetti in cui crede, e non per finanziare cause in cui non si riconosce o per cui prova addirittura disprezzo. Il che ci fa quantomeno sorridere. Perché AOC –concedeteci questa banalizzazione iperbolica– si sente un po’ come gran parte dei contribuenti americani all’idea di dover finanziare con i soldi delle loro tasse i suoi faraonici progetti di “giustizia sociale”, dal Green New Deal all’estinzione dei debiti studenteschi (due misure con un rispettivo costo stimato nell’ordine dei 51–$93 trillion e 2.2 trilion). Solo che il contribuente medio americano non può accumulare 250.000$ di tasse arretrate al grido di “non vi preoccupate, mi arrangio io finanziando i progetti che mi stanno più a cuore”. In genere a questa obiezione l’IRS risponde facendo scattare le manette, e recuperando l’evaso fino all’ultimo cent.