Il matrimonio in Italia secondo i dati Istat. Trionfa il rito civile, arretrano i matrimoni religiosi. Niente preti, troppo old-fashion, le nozze le celebra il mio amico del liceo.
Se proprio vuoi sposarti in Chiesa, vai al Sud, nel nostro Mezzogiorno. Nelle lande meridionali – da dove, per inciso, negli ultimi 15 anni sono scappate due milioni di persone – i matrimoni civili sono la metà che al Nord. Ah, questi reazionari!
Viva i matrimoni con rito civile dunque. Con la location cool, il wedding planner della tivvù, il castello ululì ululà, la spiaggia privata per farsi il bagno ignudi, le ville storiche alla Romeo e Giulietta. Vuoi mettere che noia i quartetto d’archi! Siamo tutti epigoni di George Clooney. No rito civile, no party!
E poi si sa che con il rito civile vivi più tranquillo, mi sposo, sì, ma non si sa mai. E se poi mi separo? Se poi divorzio? Come faccio a risposarmi col rito Jedi? Tranquilli, comunque, non abbiamo perso i valori della tradizione nazionale. Il 75 per cento degli italiani si dichiara cattolico. Meno di un quarto però va a messa. E allora? E’ la Chiesa delle libertà!
Torniamo seri per dare qualche altro dato. Il numero dei matrimoni in Italia complessivamente cresce. Aumentano quelli con gli stranieri (+15 per cento negli ultimi dieci anni).
Cresce il numero delle unioni civili. Le unioni civili tra persone dello stesso sesso (2/3 delle 2800 unioni civili in totale). Il numero di bambini nati da nuclei in cui i genitori non sono sposati. Età media di chi convola a nozze fra 33 e 34 anni. Auguri a tutti!