Su ILVA qualsiasi soluzione è buona tranne il libero mercato. Il Governo punta i piedi e dopo la visita del presidente del consiglio Conte a Taranto, le soluzioni sul tavolo sono nell’ordine:
1) Nessuna concessioni ad ArcelorMittal. I “prenditori”, come li chiama M5S, non vanno neppure incontrati. Si dialoga con tutti, comitati civici, lavoratori, ambientalisti, rappresentanti degli enti locali, eccetto che con ArcelorMittal;
2) “Guerra legale” contro la multinazionale, per rivendicare che lo stop allo scudo penale per i manager era e resta cosa buona e giusta;
3) Usare la Cig, la cassa integrazione per i lavoratori dello stabilimento, finanziando la disoccupazione con soldi pubblici;
4) Le minacce pure e semplici a scopo elettoralistico, con Di Maio scatenato che attacca: “Non permetteremo che l’azienda vada via” senza offrire soluzioni;
5) Tirare un ballo la Ue come ha fatto Paolo Gentiloni chiedendo alla multinazionale di rispettare i patti;
6) La nazionalizzazione di ILVA che esalta M5S ma non dispiace neppure gli alleati del Pd e di IV. Magari tirando in ballo Cassa Depositi e Prestiti e Invitalia.
7) Chiudere l’impianto scaricando comunque la colpa su ArcelorMittal.
Da qualunque lato la si guardi, insomma, la crisi di ILVA rappresenta la totale mancanza del Governo giallorosso di trovare soluzioni consone a una economia di mercato per il nostro Sud.