Ciao Caro Giacinto (detto Marco),
a te che sei stato l’unico vero riformatore italiano degli ultimi 50 anni: dai referendum in difesa del divorzio e a favore dell’aborto, alle ultime grandi battaglie come l’eutanasia, la legalizzazione della cannabis, i diritti per le coppie omosessuali e l’emergenza carceri. Sempre a combattere per gli ultimi, per quegli strati di società sempre troppo poco ascoltati da tutti gli altri.
A te che sei sempre stato un precursore di alcuni forti cambiamenti sociali, che hai saputo dare – citando Indro Montanelli – un’altra bandiera, il vessillo dei diritti sociali e delle libertà individuali, a moltissimi giovani che rischiavano di finire nelle braccia del terrorismo durante i cosiddetti “anni di piombo”, che hai avuto la visione di sfidare il mondo lanciando il “Partito Radicale Transnazionale” promuovendo idee di democrazia, libertà e dignità in tutto il mondo.
A te che ti sei battuto contro la fame e la povertà nel mondo (non la disuguaglianza!), per la non-violenza (non il pacifismo!), per l’eliminazione della pena capitale nel mondo.
A te che hai sempre cercato di promuovere decine e decine di referendum per rendere il nostro paese più libero, sia economicamente, sia politicamente, sia individualmente, e che negli nel 1994 e 1995 ottenesti due vittorie referendarie abrogative (purtroppo mai attuate o attuate solo in parte) sulla privatizzazione della RAI e l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti.
A te che negli anni ’80 sei rimasto completamente inascoltato da tutti sulle conseguenze negative di un debito pubblico in constante crescita e sull’insostenibilità delle pensioni percepite all’età di 50 anni.
A te che sei sempre stato un campione di libertà, un Politico (con la P maiuscola) mai domo e sempre al di fuori dei classici schemi destra-sinistra.
A te che hai per anni combattuto per la vera ricerca scientifica e per migliorare costantemente lo stile di vita di tutti noi e hai cambiamo profondamente il nostro modo di percepire il “diritto alla vita e la vita del diritto”.
A te che te ne sei sempre fottuto dei nomignoli da bar e ti definivi al tempo stesso sia liberale che socialista, che non credevi nelle ideologie perché sapevi che le ideologie te le puoi create tu, anche sul catechismo imparato a scuola.
A te che hai sempre creduto nelle idee europeiste e federalisti dei padri fondatori dell’Europa unita, che hai sempre difeso Israele e che ti sei sempre opposto all’OLP palestinese.
A te che hai saputo sempre lottato contro la “partitocrazia” e che ti sei sempre opposto alla stampa di regime e alla censura.
A te che non sapevi startene con le mani in mano e che non ti preoccupavi per le cose gravi, ma te ne occupavi subito.
A te che sei stato – parole tue – “un cornuto divorzista, un assassino abortista, un infame traditore della patria con gli obiettori, un drogato, un perverso pasoliniano, un mezzo-ebreo mezzo-fascista, un liberal-borghese esibizionista, un non-violento impotente”.
A te che hai reso l’Italia un paese più libero.
Grazie di tutto.
Davvero.
2 comments
Condivido, senza nulla aggiungere.
Sono sicuro che in molti della nostra generazione abbia lasciato un segno profondo, e che nei prossimi anni sapremo far fruttare la sua eredità.