Il giornalismo moral-buonista, i lanci di monetine, i vaffa-day, le catene sui social network. Sono solo l’anticamera del forcaiolismo e fanno male agli italiani. Consentono loro di autoassolversi, dividere il mondo in buoni e cattivi, vittime inermi schiacciate da carnefici potenti, siano italiani o europei, illuminati o rettiliani a seconda del tasso di complottismo (e di scolarizzazione). Mettersi dalla parte del bene che nulla può contro i tiranni cattivi ritarderà sempre la maturazione della nostra democrazia. Vuol dire nascondere la polvere sotto il tappeto, trovare il nuovo capro da sacrificare per espiare le proprie colpe senza provare a risolvere davvero i problemi, che sono complessi. E’ il sistema italiano che va messo al centro, perché è quello a non funzionare. E’ il sistema di clientelismi, amici degli amici, un Paese a misura di paese. Se vuoi avere successo facile puoi scegliere: far parte di una parrocchia, una delle tante, oppure far parte di una mafietta, una delle tante. Per fortuna non c’è solo questo, ma è una realtà contro cui ci si scontra quotidianamente. Quindi è colpa nostra, cioè “loro”, inteso come italiani, perché “loro“, inteso come politica, ne sono solo uno specchio. E si sa che per riflettere e guardarsi allo specchio occorre la coscienza pulita.
1 comment
Sono assolutamente daccordo. Le colpe sono sempre degli altri, ma sono così diffuse che alla fine tutti sono “altri” e pochi tra quelli che hanno gestito posizioni di potere o ne hanno beneficiato possono chiamarsi fuori.
E’ vero che dire che tutti sono colpevoli può indurre ad assolvere tutti, ma in questo caso è diverso : siamo tutti colpevoli, ma con colpe differenziate, ad eccezione dei più giovani, verso i quali noi delle generazioni precedenti abbiamo colpe ulteriori, e che tuttavia non li assolvono da eventuali atteggiamenti di scaricabarile e dalle insufficienze che a loro volta mostreranno. Ai più giovani spetta il compito epocale di cambiare le cose, combattendo coraggiosamente contro la conservazione, di qualsiasi colore.