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In short(s)Politica interna

In short(s) 19: Clima rovente

I cambiamenti climatici si toccano con mano. In Olanda il mare del nord sembra il Mediterraneo. Arroventato anche il clima a Roma. Dopo la mossa di Conte-Travaglio, l’intelligencia di area se la prende con Draghi per non essere cascato della trappola: non doveva dimettersi, è inaudito. La vicinanza emotiva alla Russia probabilmente rende tolleranti verso i bizantinismi: non era sfiducia.

Intanto le reazioni dell’Europa democratica alle dimissioni di Draghi si riassumono nelle parole di Pedro Sánchez, primo ministro della Spagna: Europe needs leaders like Mario Draghi.

Se il M5s sarà responsabile della fine del governo, il Pd difficilmente potrà stringere un’alleanza elettorale con loro, e forse questo è l’obiettivo degli strateghi del “movimento”, restare all’opposizione, soprattutto del Pd. Intanto, lo si sarà detto, il M5s ha fatto scomparire la sinistra-sinistra, che non esiste più autonomamente. Questo punto meriterebbe un lungo discorso.

Prima della crisi non si era pensato che con l’Algeria si potessero fare buone cose. Il nuovo accordo, invece, non riguarda solo il gas, ma anche strade e molto altro: lo spiega il Sole24. Al netto della retorica, bisognerebbe capire quali carte possono giocare l’Italia e l’Europa nel Mediterraneo, dopo i tanti cambiamenti avvenuti negli ultimi dieci anni.

La guerra in Ucraina continua a non andare come era stato predetto dai profeti di sventura: i russi subiscono perdite enormi, avanzano e non avanzano, e più passa il tempo, più per loro va peggio. Una delle pagine più surreali dell’opinionismo italiano sembra destinata perciò a concludersi con una smentita totale. Quali conseguenza avrà la totale smentita dei vari ospiti fissi?

Per ora, Alessandro Di Battista scrive dalla Siberia che le sanzioni non hanno effetto. Di Maio invece viene bastonato dagli amici che, solo un momento prima, lo osannavano. Che fine ha fatto, invece, Diego Fusaro? Sbaglio o non si vede più in Tv? Forse perché ora l’opinionista di area deve dire “non sto con Putin, ma”.

Pierpaolo Capovilla torna a parlare di Måneskin, e colpisce la sicurezza con la quale crede di essere dalla parte della verità e del “pensiero critico”: i Måneskin rappresentano la presa in giro delle masse, quella loro frase su Putin non va bene. Non avrebbe molta importanza, se non fosse così facile leggere in simili posizioni l’eredità di una certa propaganda politica decennale che si è scambiata per cultura, profondità e raffinatezza.

Secco e lapidario (non lo si può proprio ignorare) quello che scrive Carlo Cottarelli su Repubblica di oggi 19 luglio: l’euro è debole verso il dollaro perché la BCE non può intervenire se non prudentemente con i tassi. Infatti, l’Italia potrebbe staccarsi dall’Unione, visto il solito discorso: l’elevato spread, il debito, la mancanza di riforme, e la situazione politica che è quella che vediamo. Non sono temi che rientrano nel “pensiero critico”.

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