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Politica interna

Il delirio (narcisistico) di Renzi sull’immigrazione

Qualche giorno fa, l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha vergato una lettera indirizzata a Repubblica. Argomento: l’immigrazione.

Tra le tante amenità proferite, spiccano gli attacchi ai suoi colleghi di partito Minniti e Gentiloni. Il primo perché, con le sue dichiarazioni sul rischio di un’emergenza democratica a causa dei flussi migratori incontrollati, avrebbe spianato la strada a Salvini. Gentiloni invece per non aver posto la fiducia sullo ius soli.

Partiamo dalla prima mistificazione. Minniti viene chiamato per riparare ai danni causati dal disastroso Alfano (uno dei peggiori ministri della storia). Dal 2014 al 2016 in Italia trasmigrarono più di mezzo milione di irregolari, in uno stato di emergenza continua. Il regolamento di Dublino tre impone che lo Stato di primo approdo verifichi l’identità del migrante sopraggiunto (impronte digitali, nazionalità, ecc). Quest’obbligo proditoriamente non veniva ottemperato dall’Italia di modo che i migranti si disperdessero nel resto d’Europa – provocando la reazione degli altri Paesi attraverso la chiusura delle frontiere e la sospensione temporanea di Schengen. Il fenomeno migratorio non fu gestito, ma subito, colpevolmente. E il responsabile fu proprio l’inetto Alfano, ministro del governo Renzi. Salvini su questo sfacelo ha potuto prosperare per anni, lucrando facili consensi attraverso la sua propaganda abietta.

E veniamo ora alla seconda. Ho già scritto in passato riguardo alla legge sul cosiddetto ius soli. A mio modo di vedere era una legge ideologica e non necessaria per due ragioni: la legge vigente stabilisce già che chi nasce in Italia è cittadino italiano o lo può diventare al compimento della maggiore età facendone richiesta; l’Italia si pone ai primi posti in Europa per numero di concessioni di cittadinanze.

La norma venne approvata in prima lettura alla Camera. Ma l’opposizione di una parte del partito, dello stesso Alfano, il fatto che nei sondaggi la maggioranza degli interpellati si dichiarasse contraria, costrinse il PD a capitolare. E a decidere di rinunciare non fu Gentiloni ma Renzi medesimo.

Ristabilita la verità dei fatti, è d’uopo fare un’ulteriore riflessione, più psicologica che politica, su Renzi. Ciò che è più strabiliante, in questa vicenda, è che alle scorse primarie Minniti, prima di ritirarsi, fu il candidato renziano alla segreteria del PD. Senza contare poi che in passato l’ex segretario del PD si sperticava in elogi per la politica di contrasto all’immigrazione irregolare intrapresa da Minniti, come ha ben illustrato Salvatore Cannavò su Il Fatto Quotidiano: “Se oggi gli sbarchi sono quelli che sono, il Pd non ha alcuna remora a dire ‘grazie’ al ministro dell’interno e al governo per il lavoro straordinario che hanno fatto in questo settore” (2018), “aiutamoli a casa loro perché l’Italia non può accoglierli tutti” (2017),” non ci facciamo i selfie ai cancelli, ma risolviamo crisi aziendali, non siamo criminologhi, ma abbiamo bloccato gli sbarchi dei clandestini” (tweet del 2018).

Renzi è un caso da manuale di psichiatria. Un politico narcisista, vittima di un ego smisurato, accecato dalla propria tracotanza, incapace di qualsiasi autocritica. La sua doppiezza umana, nella sua massima espressione, rimane ben esemplicata in quel celeberrimo “Enrico stai sereno”, quando rassicurava Letta mentre brigava per rimuoverlo e prenderne il posto. Quindi, che oggi rinneghi Minniti in quel modo, non dovrebbe stupire più di tanto chi conosce il personaggio.

La corte dei conti lo ha appena condannato in primo grado per un danno erariale quantificato in 125.000 euro, comminandogli una sanzione di 15.000 euro. Da presidente della Provincia, nel 2015, nominò un collegio di 4 membri anziché un singolo direttore generale. Ariverà un giorno in cui sarà chiaro ai più che la nomea di buon amministratore pubblico che è riuscito abilmente a costruirsi in questi anni era completamente infondata. Il tempo è galantuomo, come direbbe lui.

Renzi, Repubblica, il fatto quotidiano, Minniti, Gentiloni, Alfano, immigrazione, ius soli

3 comments

Stefano Cianchi 08/07/2019 at 11:20

Si dice che la polemica inizi quando si smette di parlare delle cose e si passa a criticare le caratteristiche individuali delle persone. Discutere delle persone é un errore relazionale grave che impedisce di trovare soluzioni, magari parziali, dove tutti ci guadagnino un pó, ma specialmente nessuno ci perda la faccia. Circoscritto il terreno della polemica, nel senso di lasciare fuori dalla porta i caratteri, sarebbe piú efficiente ed efficace se le sfide venissero affrontate con metodo rigoroso e condiviso. Per esempio definire bene il problema prima di discutere delle soluzioni. Per sempio, quale problema abbiamo? Non sarebbe male che i «tutti» (rappresentanti dei Cittadini – le commissioni parlamentari, gli enti locali?) si ritrovassero in una stanza per dare una definizione condivisa della sfida. Prendiamo un Comune piccolo; senza pretesa di interpretare correttamente il pensiero di quei Cittadini, ma solo con l’intento di esemplificare il metodo: probabilmente quei Cittadini saranno chiusi nella morsa del desiderio umano dell’accoglienza e il normale egoismo che li ha tenuti in vita, forse anche prospera. Cosa decideranno? Forse di a) intanto accoglierne un numero commisurato alle risorse della comunitá. b) prendersi la responsabilitá di inserirli nella comunitá in modo possibilmente produttivo c) chiedere loro di contribuire al benessere della comunitá. Messa cosí forse la sfida non si risolve, ma almeno se ne mitigano gli effetti troppo negativi. Ma c’é un lato B: come si gestiscono gli italiani che vogliono trasferirsi in quel Comune? Ricordiamoci che ci sono numerose comunitá in Italia (Comuni) dove non é possibile comprare casa e trasferirvi la residenza senza il consenso di tutta la comunitá. Insomma invece di lasciarsi trascinare dalle esigenze elettorali ormai nelle mani di Cambridge Alaytica, di Bannon, di Putin e il suo gruppo tecnologico di Pietroburgo, della Bestia, forse puó valere la pena di darsi un metodo che garantisca i coinvolti ad essere rappresentati e che sia il piú possibile vicino alle esigenze della comunitá locale. Se riuisciremo a risolvere il problema locale forse possiamo passare a quello regionale e poi del Paese e forse dell’Europa. Naturalmente ogni comunitá deve prendersi cura dei propri fondi, senza fondi non si puó fare nulla. Chiedere soldi agli altri, anzi pretenderli, é come fare il … furbo, con …. la cassa degli altri.

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Luca Celati 08/07/2019 at 12:27

Sono completamente d’accordo con il commento precedente, con una sola aggiunta: quanto sopra è la conseguenza del vezzo tenacemente centralista del sistema italiano, sia per il modus operandi delle decisioni che per il bruttissimo vizio (molto probabilmente di sapore cattolico e/o socialista) di aver Pantalone come salvatore d’ultima istanza per i buchi locali, siano essi nelle Regioni (ivi compresa una in particolare a Statuto Speciale che conosciamo tutti) o nei Comuni. Per spostare le decisioni in basso, occorre in primo luogo un federalismo serio, ispirato al sistema svizzero: potete stare sicuri che, se i Comuni e le Regioni si trovassero a doversi far interamente carico di accoglienza e altre decisioni locali o regionali SENZA la rete di sicurezza di salvataggi dal centro, la prudenza sarebbe garantita.

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Antonio Conficconi 19/07/2019 at 16:43

Io ho appena finto di rileggere il commento e a distanza di giorni i sento di dire esprimere dei dubbi con chi scrive perché Renzi con tutti i limiti che tanti gli riconoscono, per me è stato forse il primo ministro migliore degli ultimi 30 anni: un gigante rispetto all’attuale banda del “buco” Conte, Salvini Di Maio.
Secondo me i governi si possono solo giudicare a distanza di tempo e un giudizio che non è opinabile passa sempre attraverso i numeri ad esempio:
Incremento in valore assoluto del PIL nel periodo del governo
Derivata dell’incremento sul precedente periodo e sul periodo seguente
Incremento degli investimenti privati sul periodo
Derivata del valore degli investimenti privati sul periodo e sul periodo seguente
Media dell’incremento del PIL sul periodo rispetto alla Media Europea
Derivata del valor medio dell’incremento del PIL rispetto alla media Europea sul periodo e sul periodo seguente
….
Avere questi dati da confrontare sarebbe più interessante di ogni personale opinione

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