Non dev’essere stato un risveglio facile quello a cui tre giorni fa è stato obbligato il Presidente Joe Biden, che oggi compie 80 anni. Un regalo giunto in anticipo attorno alle 4:00 di mercoledì notte (martedì pomeriggio in Europa) appesantito anche dal jet lag Washington-Bali, che l’ha costretto durante il G20 a una telefonata della massima urgenza con il Presidente polacco Andrzej Duda per chiarire l’accaduto sui “missili russi“. E soprattutto il da farsi nei delicati momenti successivi.
Fortunatamente il Segretario di Stato Antony Blinken, classe 1962 e che come Biden ha festeggiato la cifra tonda nel 2022, è 20 anni più giovane. Qualcuno degli “aides” ha infatti pensato bene di riferire prima a lui e disturbare il Presidente solo due ore più tardi, quando la situazione era già meglio delineata anche grazie al National Security Advisor Jake Sullivan, 45 anni.
Mentre il Generale a 4 stelle Mark Milley cercava più volte, senza successo, di mettersi in contatto con il suo omologo russo Valery Gerasimov ancora si rincorrevano diverse informazioni non confermate. Una in particolare fu ripetuta diverse volte dal premier ucraino Volodymyr Zelensky anche attraverso i canali diplomatici: i missili che avevano colpito la Polonia uccidendo due persone erano stati lanciati dai russi.
Con il passare delle ore, già nel corso della giornata di mercoledì, appariva sempre più chiaro che l’esplosione fosse stata generata dalla contraerea ucraina, impegnata a distruggere ben 90 missili da crociera lanciati non solo su installazioni militari ma anche civili. Zelensky tuttavia continua(va) a negare questa versione dei fatti. Secondo la ricostruzione della CNN il Premier ucraino cercò di mettersi in contatto con Biden per convincerlo che i missili fossero stati lanciati dalle truppe di Vladimir Putin ma il presidente USA non accettò mai la sua chiamata diretta.
Una condotta col senno di poi forse saggia, che tuttavia è difficile credere Biden abbia potuto attuare in piena autonomia. Quanto un uomo di 80 anni svegliato di soprassalto nel cuore della notte può aver seguito questo protocollo per scelta e quanto può invece essere stato influenzato? In generale l’età avanzata può compromettere la lucidità del Presidente, soprattutto in queste circostanze?
Sono domande che iniziano a porsi diversi analisti, oltre che larga parte dell’elettorato anche in vista delle elezioni del 2024. Nonostante non parrebbe esserci uno sfidante pronto a competere con Joe Biden all’interno del Partito Democratico sono in molti a pensare che una sua rielezione a 82 anni, che lo porterebbe a raggiungere gli 86 a fine mandato, sarebbe decisamente troppo. Non solo tra i detrattori ma anche tra chi come l’Economist ha espresso un giudizio complessivamente positivo sui suoi 2 anni di amministrazione.
Dall’altra parte il GOP sembra aver già trovato un potenziale giovane sfidante con cui contrastare la candidatura di Donald Trump, 76 anni, che se eletto raggiungerebbe a fine mandato gli 82. Ron DeSantis, 44 anni, governatore della Florida, è il volto ben visto dall’élite repubblicana che come è noto non ha mai pienamente digerito l’ascesa di Trump. Il Tycoon ha catalizzato molti voti nel 2018, portando a votare per il partito repubblicano il maggior numero di persone della storia, ma sta perdendo inesorabilmente appeal. La sfrontataggine e la tracotanza di oggi sarebbero favorevolmente barattate da molti elettori repubblicani con rispetto per le istituzioni e presentabilità, inoltre DeSantis ha quasi 30 anni in meno e una carriera politica di tutto rispetto.
C’è chi è già giunto alla conclusione che dover scegliere tra un 82enne e un 78enne non sia la via giusta, come M. Penn e A. Stein che sul Wall Street Journal titolano senza mezzi termini “Trump or Biden? How About Neither? Walking away from the presidency is like giving up the car keys because you’re too old to drive safely“. Un concetto tutto sommato condiviso sia in America che nel mondo, ma che non sempre trova riscontro.
Mentre negli USA la discussione è pronta ad esplodere grazie al primo ottuagenario con la “nuclear football“ (la valigetta con i codici nucleari) nel resto del mondo, tra alti e bassi, molti presidenti decisamente senior passano meno osservati.
A suscitare qualche preoccupazione legata all’età è ad esempio Valdimir Putin, che lo scorso mese ha compiuto 70 anni. La Russia, vista anche la recente invasione dell’Ucraina, è sempre più sotto i riflettori e da mesi circolano le voci più disparate sullo stato di salute del Premier. Sebbene smentite dal Direttore della CIA lasciano comunque spazio all’ipotesi di una crescente difficoltà politica e un’insolita avventatezza in Ucraina dettate anche dal progressivo invecchiamento e isolamento.
A seguire tra i leader senza scadenza il premier cinese Xi Jinping, che compirà 70 anni il prossimo giugno, entra di diritto tra i veterani della politica mondiale. Il suo predecessore Hu Jintao gli lasciò il posto nel novembre 2012 proprio sulla soglia dei 70. Xi Jinping non sembra assolutamente intenzionato a seguirne l’esempio, ma nel giro di breve tempo l’età potrebbe costringerlo a rivedere i suoi progetti. La volontà di consolidamento della forte sfera d’influenza interna al partito e la brama di assurgere alla santa cupola dei leader supremi insieme a Mao, razionalizzate per il tempo a disposizione, potrebbero spingerlo verso una politica più aggressiva, in primis su Taiwan.
Nei prossimi anni, inoltre, circa 1 milione di cittadini indiani sarà chiamato alle urne per eleggere il Parlamento attraverso una rigogliosa forma di votazione perpetua, composta dalle elezioni non simultanee in 28 Stati e 8 territori. L’attuale premier Narendra Modi, primo ministro dal 2014 e riconfermato nel 2019, nonostante i suoi 72 anni ha già espresso con il suo “no vacancy for PM position“ la ferma volontà a ricandidarsi nel 2024. Se, come presumibilmente accadrà complice un’opposizione traballante, verrà riconfermato per la terza volta alla fine dei 15 anni di regno raggiungerebbe i 79 anni d’età.
Leader sempre più anziani in un mondo sempre più popolato ma che invecchia costantemente ci daranno modo di capire nel prossimo decennio how old is too old? Mentre di fronte al fisiologico decadimento cognitivo c’è chi da tempo si domanda se non sia il caso di porre oltre che un’età minima anche un’età massima per votare in pochi sembrano avvertire la necessità d’un limite d’età per essere votati.
1 comment
La sfida più “assoluta”. Benessere, longevità, e voglia di non andarsene vs. nuove generazioni… povere, “sfigate” e prive soprattutto di idee perché tutto è già stato scritto e cantato… :)