Ventisettenne laureata in Giurisprudenza e attivista di una associazione antimafia, Erica Biagini è la capolista femminile di Modena per la lista progressista Emilia Romagna Coraggiosa. Svolge pratica forense presso l’Ufficio Legale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara (Arcispedale Sant’Anna) e sta concludendo un Master in analisi, previsione e contrasto della criminalità organizzata e corruzione. Noi Immoderati l’abbiamo intervistata in vista delle elezioni.
Come nasce Emilia Romagna Coraggiosa e in cosa si distingue dalle altre liste di sinistra che sostengono Bonaccini?
Emilia Romagna Coraggiosa è un’idea che vuole unire figure politiche e civiche della sinistra fuoriuscita dal PD, tra cui Sinistra Italiana e Articolo 1. Il progetto è stato appoggiato e sostenuto da tre personaggi politici molto noti nel panorama politico emiliano – romagnolo: Pierluigi Bersani, Vasco Errani e soprattutto Elly Schlein (capolista a Bologna), ex europarlamentare europea. I nostri pilastri sono transizione ecologica, innovazione e lotta alle diseguaglianze. Ciò che ci distingue dagli altri è il senso di comunità, che ci porta a far convivere figure politiche consolidate con candidati anche giovani e provenienti dal mondo dell’impegno civico, che possano portare idee nuove e aiutarci a iniziare un nuovo percorso per riavvicinarci a quella parte di cittadinanza che negli ultimi anni è stata un po’ dimenticata.
Perché avete scelto questo nome? Secondo voi cosa deve fare l’Emilia Romagna per essere davvero “coraggiosa”?
Abbiamo scelto questo nome pensando a quando la nostra regione ha avuto il coraggio di liberarsi dal nazifascismo: noi pensiamo che i valori della Resistenza oggi siano più che mai necessari per sconfiggere una destra che avanza e per affrontare le nuove sfide del futuro. Coraggio significa anche immaginare un nuovo modello di sviluppo economico che coniughi lavoro e ambiente. Riscaldamento globale e questione sociale vanno affrontati assieme: questa è la sfida che ci poniamo.
Quali sono i principali problemi dell’Emilia Romagna che voi volete risolvere?
Viviamo in una regione ricca e ben amministrata. Ciò non toglie che ci siano molte ombre. Prima di tutto l’ambiente. Dai giovani di Fridays For Future arriva un appello disperato: il nostro futuro è a rischio. I cambiamenti climatici colpiscono anche l’Emilia Romagna. Ogni giorno leggiamo di dissesto idrogeologico, alluvioni, eventi estremi, fenomeni ambientali che danneggiano la nostra agricoltura. Nella scorsa legislatura la Regione ha fatto un Patto per il lavoro e la legalità. Nella prossima vogliamo un Patto per l’ambiente, che punti alla decarbonizzazione totale, alla mobilità sostenibile e alle fonti rinnovabili. Il secondo punto è la qualità del lavoro. È vero che l’occupazione è cresciuta, ma le condizioni dei lavoratori non sono migliorate. In una terra ricca come l’Emilia Romagna vediamo fenomeni di caporalato e sfruttamento dei lavoratori, soprattutto nell’agricoltura e nel settore carni. Spesso si tratta di false cooperative che si avvalgono di manodopera procurata dalla criminalità organizzata. Questo è inaccettabile. Inoltre, i giovani non hanno certezza del futuro e sono costretti ad accontentarsi di contratti precari e salari bassi, mentre il costo della vita continua a salire. Bisogna avere il coraggio di investire di più nelle politiche giovanili. Qui siamo già avanti, perché la Regione ha già stanziato fondi per agevolare gli affitti per le giovani coppie, ma c’è ancora molto da fare. Come in tanti Paesi europei, chiediamo interventi di sostegno economico per l’accesso all’Università (trasporti, alloggi, stage retribuiti, spazi comuni). Inoltre, vorremmo introdurre un fondo integrativo per tirocini e stage. Per finire, faccio parte di un’associazione antimafia e vedo che nessuno nomina questo tema. Ormai in Emilia non si parla più di infiltrazioni, ma di radicamento della criminalità organizzata. Siamo la terra del Processo Aemilia e di recente due imprenditori modenesi sono stati condannati per concorso esterno in associazione mafiosa. Oggi la mafia investe dove c’è ricchezza e porta povertà: non si può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia.
Nel vostro programma parlate molto di diseguaglianze, sia territoriali che reddituali. Che politiche proponete per affrontare il problema?
Abbiamo un piano straordinario per il ripopolamento delle aree montane e vogliamo potenziare il trasporto su ferro nelle aree periferiche. Passando alle diseguaglianze di reddito, la sinistra deve tornare a concentrarsi sugli ultimi, specialmente in Emilia Romagna, la terra delle cooperative sociali. Un esempio concreto: il diritto alla casa. Vogliamo creare un fondo per la riqualificazione delle case sfitte, aumentare le convenzioni per le case popolari e creare incentivi per l’edilizia sociale. Una proposta: l’Emilia Romagna ha ereditato alcuni immobili confiscati alla mafia, che si potrebbero sfruttare per incentivare l’edilizia sociale nei casi di emergenza abitativa. Per finire, le diseguaglianze si combattono soprattutto con la cultura. Vogliamo che i teatri e i cinema siano gratuiti per gli under-30 e altre categorie in difficoltà, perché tutti possano frequentare luoghi di crescita e aggregazione.
Un messaggio finale: perché votare Emilia Romagna Coraggiosa nella coalizione di centrosinistra?
Emilia Romagna Coraggiosa sta cercando di ricostruire una comunità. Vogliamo portare istanze davvero di sinistra in un centrosinistra che da anni si è allontanato dagli ultimi per seguire altre strade. In Consiglio Regionale porteremo tematiche che possano farci svoltare verso un futuro più innovativo. Per finire, vogliamo pensare a un nuovo modello di sviluppo, che sappia coniugare ambiente, questioni sociali e politiche giovanili e che superi i difetti del capitalismo.