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Speaker's Corner

Italia no tav: la Repubblica delle banane

“Ferrovia 2035” è la risposta svizzera ai NoTav. Mentre l’Italia sprofonda verso il baratro di un nuovo medioevo la ‘piccola’ Svizzera, tra i paesi più liberali e ricchi al mondo (nel 2018 ha bocciato con un referendum ed a larghissima maggioranza le spinte sovraniste), approva investimenti per 13Mld di CHF (ca 12Mld€) per il programma di investimento federale “Ferrovia 2035”, guardando con interesse all’opportunità di risucchiare tutto il traffico sull’asse Est-Ovest del continente europeo. La UE ha infatti identificato dieci Corridoi multimodali, di cui quattro dei quali interessano l’Italia:
Corridoio 1: Berlino – Palermo
Corridoio 5: Lisbona – Kiev (Ucraina)
Corridoio 7: Bari – Varna (Bulgaria)
Corridoio dei Due Mari: Rotterdam – Genova.

Il corridoio 5 è quello che interessa il tratto della TAV Torino – Lione sul quale asse l’interscambio commerciale è pari al 34.4% del totale tra Italia e UE. Dal punto di vista dello sviluppo, l’opera è cruciale e negli anni a venire sarà la differenza tra progresso e regresso.

Quello dell’Italia NoTav e’ uno scenario che lascerebbe l’Italia fuori dalle rotte europee, mentre la Confederazione Elvetica potenzierebbe sul proprio territorio una già fitta rete logistica, con base a Olten, in grado di incrociare i traffici del corridoio europeo Nord Sud con quello europeo Est Ovest. Una offerta logistica senza pari e in grado di proiettare la virtuosa e moderna Svizzera al centro dell’Europa, pronta a cogliere il business del traffico merci ferroviario che i maggiori centri di ricerca danno in aumento.

Ecco l’ennesima evidenza empirica di come la crisi italiana sia di natura strutturale, dovuta a politiche che per decenni hanno visto i vari governi impegnati in una gestione clientelare delle finanze, attraverso provvedimenti elettorali finalizzati a soddisfare la miope visione personalistica dell’elettorato medio italiano. Ciò ha progressivamente portato ad un invecchiamento delle infrastrutture materiali ed immateriali italiane minando negli anni la competitività del sistema Italia con la conseguente perdita delle caratteristiche che sono alla base di un business friendly.

Le ricette populo-somariste che propagandano la grandiosità di un’Italia fuori dall’unione europea e con una propria valuta, sono tutte basate su una falsa assunzione: che la ricchezza si possa stampare. Guardare al futuro, investire sull’istruzione, sulla ricerca tecnologica, lavorare per il progresso, un sistema di libertà e merito, un modello di efficienza nella pubblica amministrazione, il pluralismo dei media, la politica del consenso, la creazione di valore locale, guardando al mondo globale: questi sono gli ingredienti per la crescita economica di una nazione.

Senza una stagione di politiche orientate allo sviluppo, ovvero alla rimozione delle tante contraddizioni socioculturali ed economiche che l’Italia si trascina dagli anni ’70 e che sono esplose con la grande crisi mondiale del 2008, il destino del paese è uno solo: una Repubblica Nazional Socialista delle Banane nel Sud Europa.

1 comment

Marco Zunino 03/06/2019 at 17:19

La cosa più assurda è che la maggioranza degli italiani vuole la TAV, così come la maggioranza degli italiani era contraria al reddito di cittadinanza, ma i sedicenti campioni della democrazia diretta pare che non siano interessati a dettagli come la volontà della maggioranza. Del resto, come ben ricorda questo articolo, la lega non è migliore, forse anche peggiore, propagandando un’idea di un’Italia felice che sembra quasi il Giappone dei Tokugawa o forse la Korea del Nord.

Condivido tutto, ma eviterei l’uso del termine “somarista.“ Fra l’altro i somari sono sempre stati fedeli ed umili servitori dell’Uomo. I politici sovranisti sono solo dei falsi patrioti, spesso pronti a vendere se stessi ed il loro popolo per due copechi, spesso desiderosi di sfasciare i loro Paesi.

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