Dopo le elezioni europee è chiaro che il paese è in mano a Salvini, una debole opposizione sia in mano al PD zingarettiano e la banderuola Di Maio non sappia fare altro che eclissarsi nei momenti bui, e forse è anche meglio visto cosa combina in quelli favorevoli.
Nessuno di questi schieramenti è in grado di parlare di crescita, riforme dure ma necessarie (penso a taglio della spesa improduttiva, riforma delle pensioni), diritti civili, eutanasia: non si sentano attaccati i simpatizzanti del PD, quando il loro partito ha governato nessuno di questi temi, a parte le unioni civili, è stato al centro dell’agenda dell’esecutivo.
E noi, poveri orfani di un partito liberale che possa arrivare anche “solo” al 6-7% cosa facciamo? Ci scanniamo su Facebook, passiamo ore a dire quanto sia senza carisma Della Vedova, quanto sia vecchia Emma Bonino, cos’abbia deciso di fare oggi Cappato, cos’abbia scritto Giannino su Twitter e quale sia l’ultima offesa di Boldrin.
Ed infine giù di lamentele, di attacchi, di “quello avrebbe dovuto fare così”, “avrei votato il tale se avesse detto cosà”. Sapete che c’è? C’è che è ora di finirla.
Avete a cuore il paese? Dimostratelo. Smettetiamo di piangerci addosso e cerchiamo di costruire, o rafforzare, qualcosa. Non vi piace il nome +Europa? Benissimo, cambiamolo. Non vi piace proprio il contenitore? Tirare fuori un milione da spendere in marketing ed eventi per farvi conoscere. Non vi piacciono i dirigenti? Iscrivetevi e spingete per cambiarli.
Ma attenzione, non scappate col pallone ai primi malumori, perché qualche faccia non andrà mai bene, qualche decisione nemmeno. Del resto siamo per la diversità di pensiero, la libera iniziativa, il non conformismo.
Insomma, una buona volta diamoci la mano. E finiamola di lamentarci.