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Speaker's Corner

Aveva ragione mia madre

Durante lo sc10922581_10152990939857579_6306365254959024427_oorso sabato pomeriggio, migliaia di persone si sono radunate davanti al Duomo di Milano per esprimere solidarietà alle vittime dell’attentato di Parigi alla redazione di Charlie Hebdo e per manifestare in difesa della libertà di espressione, messa in discussione dal gesto scellerato di alcuni terroristi islamisti.

L’evento, intitolato “È il momento #stareinsieme”, è stato lanciato su Facebook con il patrocinio di Emergency. Come suggeriva, appunto, l’hasthag #stareinsieme, la manifestazione doveva rappresentare un’occasione per accantonare, per un giorno, le faziosità e le divisioni ideologiche e culturali dei singoli, e mostrare la vicinanza della comunità milanese al popolo francese per quanto accaduto.

Gli organizzatori avevano consentito a qualsiasi associazione, movimento o partito, di dare la propria adesione, semplicemente lasciando un commento sulla bacheca dell’evento.

Nel giro di poche ore, numerose associazioni e movimenti, la maggior parte riconducibili alla sinistra estrema, avevano aderito.

Personalmente, ritenevo giusto presenziare all’evento, nonostante la previsione di una compagnia non molto gradita, in quanto la libertà di espressione, vittima illustre del 7 gennaio, rappresenta una declinazione di quel più ampio concetto di libertà, tanto caro a chi, come me, si riconosce nei valori del liberalismo, e che oggi riassumerei in questa citazione di John Stuart Mill: “L’unica libertà che merita questo nome è quella di perseguire a modo nostro il nostro bene, sempre che non cerchiamo di privare gli altri del loro, o di intralciare i loro sforzi per raggiungerlo. Se gli uomini lasciano che ognuno viva come a lui sembra meglio, hanno da guadagnare molto di più che se costringono ogni individuo a vivere come sembra meglio agli altri“.

Gli Immoderati, allo stesso modo, hanno aderito alla manifestazione in quanto individui che danno importanza alla libertà individuale, consapevoli dei pericoli inerenti a tutte le forme di potere e di autorità. L’incipit del nostro manifesto è chiaro: “L’individuo, le sue aspirazioni, i suoi desideri, i suoi diritti sono le stelle polari della nostra visione politica“.

Ad ogni modo, il pericolo che l’evento degenerasse in una serie di comizi colorati, di rosso, era tutto fuorché improbabile. Per questo, sulla bacheca dell’evento avevo rivolto la seguente esortazione:

starensieme1

L’intervento aveva suscitato un po’ di dibattito tanto che, apparentemente, sembrava che anche l’organizzatore dell’evento convenisse con me su questa necessità, ed aveva finito per rivolgere, anch’egli, un invito, che aveva il sapore del compromesso tra chi voleva soltanto mostrare solidarietà e manifestare in difesa della libertà e chi, invece, voleva fare cogliere l’occasione per divulgare le proprie opinioni personali o di partito.

starensieme2

Devo dire che, a parte gli stendardi di Emergency, l’invito è stato rispettato. Poche bandiere, quasi tutte della pace, e qualche matita. Purtroppo, invece, gli slogan e la retorica che si sono udite, ad opera degli esponenti delle associazioni, sono stati quelli di sempre. Purtroppo ho visto una piazza politica. Non sono state risparmiate invettive contro “gli stati terroristi” (USA e Israele) e allusioni, nemmeno troppo velate, ad una loro corresponsabilità nei fatti di Parigi. Molti hanno evidenziato che l’Europa si fonda sulla lotta alla dittatura ed al nazifascismo (guarda caso, nessun cenno al comunismo); altri hanno ricordato i fratelli  palestinesi, la cui libertà è altrettanto oppressa dall’imperialismo occidentale. Insomma, nessuna manifestazione della gente per la solidarietà e la libertà, solo la solita passerella della sinistraanticapitalista.

Una delusione, insomma, per me che serbavo in cuore la speranza che si potesse davvero #stareinsieme, che andasse a finire come a Parigi, così:

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D’altronde, quando stavo uscendo di casa, mia madre, mi aveva avvertito: “Ma dove vai? Queste sono manifestazioni da comunisti!

Ahimè, è duro ammetterlo un’altra volta: la mamma ha sempre ragione.

 

 

 

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