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Politica interna

In lode di Giuseppe Conte

L’Italia è un paese baciato in fronte dalla fortuna. Non paga di aver avuto, come premier: un Cinghialone che ha macinato consensi distruggendo i conti pubblici e dopando il Pil, un tele-imbonitore indebitato fino al collo, sceso in campo per salvarsi le terga e fedele prosecutore della “politica” economica tutto debito e spesa pubblica del suo degno padre politico e, da ultimo, un fiorentino capace di portare il Pd al 40% con la mancia degli 80 euro, si è ritrovata tra le mani Giuseppe Conte; autentico diamante allo stato grezzo.

La linea che collega Craxi a Conte non è immaginaria. Fu Craxi ad acuire l’uso della spesa pubblica per ottenere voti. Fu sempre lui a diffondere la fola dell’Italia minacciata dai poteri forti, soprattutto durante Tangentopoli. Craxi rappresenta dunque l’anno zero di quella politica populista e piagnona tanto cara a Berlusconi e, seppur in misura minore, anche a Renzi.

Conte si inserisce perfettamente nel solco tracciato da Craxi, anche perché scelto da due elementi come Salvini e Di Maio che sul piagnisteo vittimista, sul deficit allegro nonché sulla dietrologia da quattro rubli hanno costruito la loro carriera politica.

Conte è il prototipo dell’italiano medio: charmant, azzimato e rassicurante. Il classico tipo tutta forma e niente sostanza che, negli ultimi 14 mesi, ha recitato alla perfezione la parte dello spokesman del vero premier: Matteo Salvini.

Avrei una domanda per tutti quelli che intonano peana a Conte dopo il 20 agosto. Vi ricordate chi era il presidente del Consiglio durante il vergognoso episodio della Diciotti? Chi era il premier quando la comandante Rackete, giustamente, voleva far attraccare Sea Watch a Lampedusa? Chi non ha fiatato davanti ai due decreti (in)sicurezza? Chi ha approvato autentiche sciagure come il Rdc e quota 100, due bei regali, rispettivamente, per gli elettori meridionali dei 5 stelle e per chi sarebbe andato in pensione con il retributivo?

Caso mai l’aveste scordato, in quel periodo, il premier facente funzione era un certo Giuseppe Conte. Si, propio lui. Quello dell’anno “bellissimo” e dell’inglese perfetto (uouever!!!!). L’avvocato del popolo. Quello che, adesso, grazie al sostegno del Pd e dei 5 stelle, manderà la Lega all’opposizione e le consentirà di rifiatare, serrare i ranghi e salire nei consensi, come fece nel 2011 con Monti.

Visto che dobbiamo comunque farci male, non era meglio mandare Salvini al governo e lasciare che la realtà facesse a pezzi le sue velleità? Non sia mai. L’Avvocato del Popolo veglierà su di noi. Si salvi chi può. 

Salvini, di Maio, Conte, PD, Craxi, Berlusconi, conte bis, governo giallorosso, lega nord

3 comments

Dario Greggio 30/08/2019 at 17:15

e forza cancroooo / e sieteee tantissimiiiii

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Franco Sensi 31/08/2019 at 16:35

Certo che i personaggi citati sono gli unici responsabili del disastro Italia. Penso a come sarebbe stato spledente il nostro futuro se nel 1994 avesse vinto il PDS di Achille Occhetto.

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Aldo Mariconda - Venezia 31/08/2019 at 17:51

Sono decisamente critico vs. la classe politica italiana e pessimista sul ns. futuro. Ma, mi domando, siamo noi che votiamo questi ns. politici. Siamo certamente una massa dove prevale certo l’ignoranza ma anche il rancore per il disagio sociale aumentato negli ultimi 30 anni almeno.
Possibile che l’Italia migliore non riesca ad esprimere un’alternativa, a varare qualcosa di credibile, capace di aggregare le forze sociali e imprenditoriali migliori, mettere insieme personaggi come Calenda, Cottarelli, De Nicola, esponenti di associazioni come l’Istituto Bruno Leoni, ecc. Sono i primi che mi vengono in mente, ma ve ne sarebbero moltissimi altri.
Mi domando: come si muoverà Calenda? Scenderà in campo Cairo, e come? Nella presente incertezza staranno senza dubbio a vedere, ma forse non è da perdere del tutto la speranza.
Unica consolazione: lo spread è basso; il mondo economico non sembra particolarmente in allarme. Non basta, perché così si tura solo a campare.

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